Giuseppe Di Bella

2020 MUSICA/FORMAZIONE
BIO

Giuseppe Di Bella nasce ad Enna, al centro della Sicilia. Cantautore, interprete, poeta, chitarrista, da sempre cerca le proprie sottili radici in uno stile, come sodalizio di tendenze al di fuori di ogni moda, nella mediterraneità meno abusata, in una sicilianità che si nutre del fado portoghese, dalla grande canzone d’autore e popolare del sud America.
Dopo la formazione in conservatorio e con insegnanti di canto classico e moderno, comincia a far parte di diverse formazioni musicali. Dall’anno 2002 all’anno 2009 ha realizzato musiche per il cinema, in numerosi cortometraggi pluripremiati e per documentari e musica di scena per il teatro, per lo spettacolo Immensamadre con Lucia Sardo e suoi brani sono stati utilizzati come colonna sonora per lo spettacolo Jump, a Roma, di Camilla Cuparo.
Nel 2015 con Enrico Coppola pubblica “Il tempo e la voce” (lavoro sulla Scuola poetica siciliana)che è stato finalista al Premio Andrea Parodi a Cagliari e al Premio Tenco e che è stato presentato in prestigiosi contesti, quali Villa Malfitano per la Dante Alighieri di Palermo, il Museo di Palazzo Riso in occasione della 34esima edizione de La Macchina dei sogni di Mimmo Cuticchio e presso Il Teatro Biondo di Palermo.
Attualmente ha pubblicato il proprio secondo lavoro discografico “Fuddìa” in forma di cd-book, pubblicato per la casa editrice LE fate e che vede nella parte musicale la collaborazione di diversi artisti siciliani, Giovanni Arena, Davide Campisi, Tino Caspanello, Cinzia Muscolino. In questi mesi sarà pubblicato un concept album sul mito greco di Orfeo, che vede tra gli ospiti e i collaboratori diretti, Ilaria Patassini Pilar, Mimmo Cuticchio, Enzo e Lorenzo Mancuso, Giovanni Arena, Michael Occhipinti, Cinzia Maccagnano. E’ stato finalista per due volte al Premio Parodi in Sardenga, al premio Botteghe D’autore e candidato al Tenco con il disco nel 2016.

LE SILLABE DI ORFEO

Laboratorio di musica e poesia con Giuseppe Di Bella.

Il laboratorio, tenuto dal cantautore e poeta Giuseppe Di Bella, si sviluppa nell’arco di 2 giorni come un vero e proprio approfondimento sui rudimenti storici e le forme che hanno
caratterizzato e determinato la fusione tra il mondo lirico e quello musicale, fino a farne una sola unità, dove il cantare coincide col dire versi. Dalle forme orali di dizione dei versi, intonate come differenza di accenti, passando per le forme di canto aedico, con le sue specificità narrative e territoriali, fino alla canzone popolare e colta del novecento in cui le poesie diventano strumento letterario alto per generare brani autoriali. Il canto assume di epoca in epoca un significato diverso, ma in questo corso ne verrà sottolineato il carattere fisico, la pregnanza di conduttore; limpido dell’essenza dei versi. La voce intesa come un cristallo trasparente che spogliandosi di tutte le strutture stilistiche e un eccesso di caratterizzazione trovi il modo di far passare meglio il senso della parola e ne amplifichi la risonanza interna e il modo di porgerla all’ascoltatore.

FUDDìA

Concerto live di Giuseppe Di Bella.
Il progetto- disco “Fuddia” nasce dall’incontro fra dominanti musicali che partono dal centro culturale ed etnico della Sicilia e si accorpano a mondi che hanno nostalgia di un lontano indefinito, musicalmente e geograficamente. In seno a una ricerca che vuole riappropriarsi della centralità delle composizioni, mettere armonia e melodia al centro, con lingue diverse, dal dialetto, all’italiano, passando per il portoghese. Rivendicando la trasparenza di una voce che è spogliata da tendenze estetizzanti e cerca la pura nitidezza interpretativa per condurre i testi. Versi cantati e resi attraverso una melodia che è la sintesi di una World music che reca le tracce di una texture complessa, inquieta. I suoni e la ricerca dei timbri hanno il senso di una contemporaneità ibrida, crossover, con e linee che toccano tanto la partitura classica, quanto il free jazz, come momenti di sola chitarra o di percussioni che hanno forma in un senso dell'”origine”, del ritorno a forme neutre di autenticità. Un etnico che vuol però affermare la centralità la necessità e l’abbattimento di ogni atteggiamento di stile, e di tendenza. “Fuddia” che in dialetto siciliano vuol dire tanto “follia” quanto voce del verbo “girare, girovagare”. La performance dal vivo si sviluppa come una narrazione per canzoni di accessi filosofici, da Talete, e lampi di passi teatrali, momenti di musica aperta e senza confini, dove c’è spazio anche per l’improvvisazione, per la composizione istantanea e l’omaggio, la rielaborazione di pezzi tradizionali che seguono un filo rosso verso il centro della performance, come punto di intensità emotiva.