BIO
Eva Geatti – San Daniele del Friuli, 1981- Vive a Bologna
Ha studiato arte. Disegna, fa performances e costruzioni.
Nel 2003 con Nicola Toffolini fonda la compagnia teatrale Cosmesi con la quale partecipa a diversi festival italiani (Drodesera, Santarcangelo, Crisalide, Short Theatre) e all’estero (Mosca, Uppsala, Tehran). Ha lavorato per compagnie di ricerca come Masque Teatro, Motus, Ateliersi, Teatrino Clandestino, ha suonato la fisarmonica sul tetto dell’Angelo Mai, ha insegnato regia all’Accademia di Belle Arti di Bologna, un laboratorio allo IUAV a Venezia, ha costruito l’altare dei fumogeni per Ateliersi, accompagnato un gruppo di “Detective Selvaggi” con Silvia Bottiroli per un anno, ha disegnato la copertina del disco di BeMyDelay, si è ingessata una gamba a Fuckups il festival dell’inspiegabile, ha fatto le pirouettes per Jérome Bel alla Biennale di Venezia, ha lavorato come assistente per video in stop-motion, murales e costruzioni di altri artisti. Ha fatto due mostre personali dai titoli bizzarri a Bologna e Santarcangelo, l’aiuto regia per uno spettacolo di Giuliana Musso, tiene di laboratori di teatro e non solo nelle scuole, con l’Ert per il progetto Fuori. Ha pubblicato i suoi testi poetici all’interno della guida sul Friuli Venezia Giulia La regimentazione delle acque e Cuccioli di drago, ha organizzato le Conferenze Santarcangioline, un workshop su Trap e Romanzo russo con Dario Moroldo, ed è parte del progetto musicale DonnaCirco.
E’ artista associata di Spazio Kor (Asti) per i prossimi due anni. Il suo ultimo lavoro con Cosmesi è stato incidere un disco pop e poi scavare un buco.
LA VAGA GRAZIA
di Eva Geatti
e con Adriana Bardi, Andrea Beghetto, Carolina Bisioli, Leandro Pau, Patrick Platolino
musiche di Dario Moroldo
cura e promozione Irene Rossini
produzione Cosmesi con Corniolo Art Platform e Masque Teatro – Teatro Felix Guattari
con il sostegno di Spazio Kor, Centrale Fies, residenze Hummus-Ekodanza Paleotto11, Damatrà
e di Fivizzano 27, Murate Art District-Muse, Motus
SINOSSI
Il tentativo de La Vaga Grazia è ricercare una risposta ad una domanda che non sappiamo formulare, eppure percepiamo come essenziale e concreta, un posto necessario da incontrare ma che ci rende piccoli e spaesati. Stare in scena come resoconto di un’escursione – avvenuta nel mondo – ma che in verità ci fa inabissare in noi, non in un senso psicologico e mentale, ma più come caduta della vita intera, ricerca totalizzante, calma e fervente. Provare una metafora, che vuole anche essere il racconto di un viaggio iniziatico difficile verso l’autenticità dell’essere e scorrere come qualcosa di simile al sogno. Presenza vuota, corpi e voci libere ma mossi da altro, qualcosa di non conosciuto.
Quello che accade in scena è profondamente legato alla musica: il suono prodotto live da Dario Moroldo è un concerto di sintetizzatori ispirato alla musica sperimentale degli anni ‘50 ed alla prima elettronica d’avanguardia. Minimale e fondamentale flusso che modifica e guida l’escursione dei 5 performer.