BIO
PIS, ovvero Passami il sale, è una boyband composta da due omuncoli affetti da orticaria recidiva da ossitocina. PIS nasce nei primi giorni di marzo 2015, a Bologna. L’incontro tra il poeta dipendente Massimiliano Princigallo e il musicista costipato Fabio Vassallo fu fatale per la condizione esistenziale di Elena Minissale, svampita sgualdrina. Comincia il fermento notturno e nei vasi sanguigni ribolle la linfa corrotta. In principio, PIS non conosce nome. C’è solo l’incontro aulico tra due impotenti e i frutti di una creazione disfunzionale che non vuole riposo. È il caso che permette il sopraggiungere di un nome: Passami il sale. Il progetto è involontariamente ma intrinsecamente dadaista. Non ci sono regole e la casualità sovrasta le sedute di lavoro. PIS celebra il nonsenso. PIS è puro fatto mentale, puro cazzeggio, pura urgenza. Non si tratta di “opera valore”, bensì di pura estetica e di “suona bene, dai buona la prima, così, a cazzo di cane”. Anche il nonsenso e la casualità hanno una loro logica interna e metastatica che permette a PIS di sporgersi dalla balaustra dei pensieri più semplici e sfatti, intimi e patetici, contriti e primitivi. Le perverse logiche del reale non vogliono ma possono incontrarsi con PIS, in una frattura non funzionale della frazione spazio temporale in cui ci troviamo. PIS è puro gesto, coinvolgimento dell’esistenza stessa, pezzi di vissuto che Massimiliano e Fabio si ostinano a mettere insieme con l’accanimento della demenza senile.
SPOSTIAMO GLI ORGANI
Performance a cura dei PIS
Scenografie Guido Volpi
SINOSSI
I PIS – passami il sale devono a Guido Volpi l’aspetto migliore dei loro ultimi dischi: le copertine, che lui ha da sempre ha disegnato. Dopo anni di decennale amicizia e collaborazione, finalmente si uniscono per la prima volta in una performance live.
Come in un moderno Cronenberg Volpi immagina i PIS come celibi appendici di un orco dormiente: inutili ma non privi di estetica. Così prenderà vita una mastodontica creatura di cartapesta, all’interno della quale si sposteranno come organi impazziti i membri della band, le cui melodie risuoneranno all’interno delle sue cavità mostruose. L’intera opera verrà realizzata in loco nei giorni precedenti allo spettacolo e poi lasciata alla collettività, come corpo da esperire ed esplorare. Sul palco, con i propri strumenti, si esibirà la formazione storica del gruppo: Max Illuso Princigallo alla poesia, Fabio Facci Arcifa alla chitarra e rumorini e Fabio Vassallo all’elettronica.