BIO
Enrico Casale, classe 1985, si forma attraverso workshop e laboratori con Ascanio Celestini, seminari sulle “tecniche” del Living Theatre con Cathy Marchand e Gary Brackett, regia e recitazione con Massimiliano Civica al Teatro della Tosse di Genova, Fabrizio Contri, Mara Baronti, Danio Manfredini, César Brie, e stage cinematografici col regista Giuseppe Ferlito. Dal 2004 entra in diverse produzioni teatrali sia come attore (La finta giardiniera di W.A. Mozart , regia di Paolo Panizza; Uno studio per Marat-Sade, regia di Maurizio Lupinelli e Marat che debutta ad Armunia Teatro Festival) sia come aiuto regista (El corregidor y la molineira , regia di Antonio Salines). Nel 2005 è regista e attore del docu-film “Il gatto di plastica” con interviste a Gianni Minà, Giulietto Chiesa, Michele Santoro, Ennio Remondino, Roberto Zaccaria, Silvano Agosti. Il film successivo è il lungometraggio La Cimice di Vladimir Majakovsky (2007). Dall’aprile 2009 è impegnato nei progetto Accanto -Interventi per la coordinazione dell’integrazione scolastica e formativa delle persone con disabilità dove svolge il ruolo di “educatore teatrale” e regista degli spettacoli allestiti. Lavora inoltre come operatore teatrale presso lo IAL Toscana. E ’aiuto regista e attore del film di Luigi Faccini “Rudolf Jacobs -L’uomo che nacque morendo”, presentato alla Biennale del Cinema di Venezia nel 2011. E’ fondatore nel 2006 dell’Associazione Gli Scarti, firma la regia di numerosi spettacoli: MAUS -Mio padre Sanguina Storia (premio Giornata della Memoria Regione Toscana), La Bomba, Venticinquezeroquattro, Ubu Rex, La Serva Padrona (finalista Premio MyDreams -TPE Torino),Big Biggi One Man Show, L’ultimo Kaligola. Nel 2016 è assistente alla regia di Michela Lucenti in “Killing Desdemona” di Balletto Civile. Nel 2017 è assistente alla regia di Michela Lucenti in “Bettleropora” dell’Opera Neukolln di Berlino. Sempre nel 2017 riceve la Menzione speciale al Premio Scenario Ustica per “Faustbuch” (prodotto da Scarti) e il Premio della giuria ombra, a Santarcangelo Festival. Dal 2017 cura la direzione artistica assieme a Marco Martinelli (Teatro delle Albe) del progetto “PLAY-La non scuola alla Spezia”. Nel 2018 curerà il progetto nazionale di teatro in carcere (promosso da ACRI e Compagnia della Fortezza di Volterra), per il carcere della Spezia, in collaborazione e con la supervisione di Armando Punzo.
UN CORPO ATTACCATO ALLA TERRA- LABORATORIO
Laboratorio di teatro con Enrico Casale in collaborazione con Associazione Baccanica e gli attori detenuti del carcere Pagliarelli di Palermo.
Attraverso l’esperienza di Enrico Casale e la Compagnia degli Scarti (Renato Bandoli e Simone Benelli) all’interno del Carcere di La Spezia, il laboratorio si concentra sulle tematiche emerse e rielaborate con gli attori detenuti durante i mesi difficili del lockdown. Una ricerca di spunti e idee sull’uomo contemporaneo e la sua condizione in uno spettro naturalmente molto più ampio rispetto ai temi della pandemia-prigionia. Le parole e le opere di tanti Artisti del passato ci hanno guidato sulla strada polverosa di questo teatro incompleto ma potente (su tutti Jean Genet e Alberto Giacometti).
Tre giorni di lavoro pratico ma anche di riflessione su quello che viene chiamato Teatro- carcere e su come secondo noi, rifacendoci a Genet, l’Arte può e dovrebbe in quest’epoca, incitare alla rivolta attiva e risultare fonte di Libertà.
Con la preziosa collaborazione della regista Daniela Mangiacavallo, operante nel Carcere Pagliarelli di Palermo, con cui condividiamo da anni idee e spunti creativi, alla fine del percorso, una breve restituzione teatrale di ciò che abbiamo vissuto, scritto, cantato, recitato…
CIÒ CHE RESTA – APPUNTI NELLA POLVERE
E’ il frutto in forma filmica del percorso teatrale iniziato nell’autunno del 2019 all’interno del progetto “Per aspera ad astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, con i detenuti del Carcere “Villa Andreino” della Spezia, sostenuto dalla Fondazione Carispezia e gestito da Ass. Cult Gli Scarti.
Il progetto è promosso su tutto il territorio nazionale da ACRI “Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio SpA”, al quale aderiscono 12 Istituti penitenziari e vede come capofila la Compagnia della Fortezza di Volterra.
La forma cinematografica che abbiamo scelto raccoglie davvero “CIÒ CHE RESTA” del lavoro creativo quotidiano con i detenuti; l’abbiamo scelta per non disperdere tutti i granelli di polvere che la vita e l’arte depositano su tutte le cose.
Alberto Giacometti, in qualche maniera nostra guida nell’indagine artistica, scriveva che «bisogna caricare di vita ogni particella di materia» per «dare permanenza a ciò che passa».
Qui, allora, un uomo cammina. Incede attraverso luoghi a lui ignoti. E’ accompagnato da visioni frammentarie e frammentate di esseri umani.
La realtà, spogliata del superfluo, diventa incerta e sfuggevole, misteriosa e insondabile: restano solo i pochi tratti necessari a coglierla per un attimo. Sono visioni che tolgono tutto ciò che impedisce di vedere, spingendosi fin sulla soglia di una verità suggerita.