BIO
M.E. è Matteo Gualeni, batterista e sound designer di Milano.
L’acronimo sta per “Missing Ear”, un concetto chiave di questo progetto, e interpretato dall’artista come la consapevolezza dell’ascoltatore di comprendere attivamente la musica nella sua forma più genuina e pura. In questo modo, l’atto di ascolto diventa un atto di protesta contro la sovrastimolazione del mondo digitale.
Seguendo questo principio, la nostra percezione sonora è al centro del processo creativo, lavorando come uno strumento di elaborazione e trasformandosi in uno strumento stesso. La ricerca sonora di Matteo si muove a cavallo di paesaggi futuristici racchiusi in un’estetica post-naturale, in cui i suoni ambientali incontrano rumori e ritmi break-glitch.
Le sue principali influenze spaziano dalle sperimentazioni dure di artisti come Objekt, Atom, Autechre, al raffinato lavoro di batteria di Jojo Mayer e alle sonorità astratte e fluidi di Lee Gamble e dei Radiohead. Matteo è coinvolto in diverse piattaforme musicali e radio globali come Mitamine Lab, RBL, EOS radio e altre, oltre a tenere la sua residenza a Radio Raheem di Milano con un programma mensile intitolato The Missing Ear, dove ospita artisti e DJ della scena nazionale e internazionale. Fa parte del del duo AV Baransu, che ha pubblicato dischi per la rinomata etichetta tedesca Mille Plateaux e italiana.
Si è anche esibito all’Istituto Svizzero di Milano, al Museo della Permanente, Spring Attitude e al festival Midi Motori Digitali.
SKYQUAKES
Musica, sound design e luci di Matteo Gualeni
Immagini di Michele Barteloni
SINOSSI
È il primo album del batterista e sound designer milanese Matteo Gualeni.
Attualmente, l’ultima esibizione dell’artista durante la settimana del fuori programma è stata la serata +OPPOSITES UNITED per ZERO.EU e KIA, dove ha condiviso il palco con due grandi artisti come Afrodeutsche(SA Rec.) e Hudson Mohawke(Warp).
In questo lavoro, si addentra nello studio della percezione del suono e del modo in cui gli esseri umani comprendono e danno significato agli AS (Auditory Streams). L’ascolto non è passivo, anzi è un atto di ribellione contro l’intorpidimento della realtà digitale: “il nostro cervello digerisce ogni giorno una quantità infinita di contenuti sonori, che rimangono inascoltati. Tuttavia, abbiamo ancora il potere di riconnetterci attivamente con l’esperienza”. Questa pratica è centrale nelle esplorazioni di Matteo: passare da intermezzi spaziali a intermezzi di tempo ridotto, a ritmi dinamici di break glitch, a un pesante iper-pop e a bassi subacquei, crea tavolozze digitali che ricordano le più raffinate composizioni di Lee Gamble, Autechre o Depeche Mode.
[HOTEL INFINTO PREMIERE]
SINOSSI
Ancora una volta, l’artista collabora strettamente con il suo partner artistico, Michael Barteloni, assicurandosi che le immagini si armonizzino perfettamente con la musica. Insieme, creano un viaggio audiovisivo che il pubblico può intraprendere.
Per l’occasione saranno presentati tre nuovi brani di AV, che anticipano la futura uscita di “Hotel Infinto”, aggiungendo una visione ancora più distopica allo spettacolo attraverso una decontestualizzazione e decostruzione visiva e sonora dando nuova identità al paesaggio che si trasforma, diventando altro, dando luogo a stimoli diversi, creando un luogo di crisi nel rapporto individuo-ambiente.
Con questo lavoro si addentra nella rivendicazione di spazi di silenzio, di paesaggi in cui lasciare che biodiversità sonora, l’esperienza del luogo, dell’uomo si sviluppa in netto contrasto con la sovrastimolazione del mondo moderno.
Questo lavoro rompe l’approccio convenzionale alla composizione e esorta l’ascoltatore a lasciarsi coinvolgere a un livello più profondo e incoraggiante partecipazione. Gli effetti di luce intrecciati nella musica sono controllati da Ableton tramite una patch Touch Designer. Questi affascinanti le luci si sincronizzano perfettamente con i ritmi della batteria elettronica, esaltando l’esperienza sensoriale e catturando l’attenzione dello spettatore, come spiegato da Matteo, l’artista.
La fusione di strumenti acustici ed elementi elettronici crea una struttura musicale complessa e intricata, aggiungendo strati di profondità all’opera.
Nel suo piccolo, un musicista come modo, un musicista come chi ha sempre scrutato in direzione del futuro, spingendo i suoi dischi elettronici in direzioni spesso inesplorate e inusuali, il che lo rende molto speciale in un’epoca in cui regna la nostalgia del ricercato, toccando picchi eclettici con Hyper-pop, IDM, Jazz e Tribal.