Omar Rashid e Elio Germano

2020 CINEMA/TEATRO
BIO

ELIO GERMANO

Nato a Roma da una famiglia originaria di Duronia (Campobasso), Elio Germano rappresenta uno dei volti più noti della cinematografia italiana contemporanea. Dopo aver esordito all’età di 12 anni come protagonista del film di Castellano e Pipolo Ci hai rotto papà (1993), l’attore romano ha iniziato ad accumulare grandi successi cinematografici, collaborando con registi come Ettore Scola (Concorrenza sleale), Emanuele Crialese (Respiro), Gianluca Maria Tavarelli (Liberi), Libero De Rienzo (Sangue – La morte non esiste), Giovanni Veronesi (Che ne sarà di noi), Michele Placido (Romanzo criminale), Gabriele Salvatores (Quo vadis, baby?, Come Dio comanda), Paolo Virzì (N – Io e Napoleone, Tutta la vita davanti) e Daniele Vicari (Il passato è una terra straniera).

 

OMAR RASHID

Nato in Iraq nel 1979, cresciuto e residente a Firenze, in Italia. Si è laureato in Fashion Studies nel 2002 e ha lavorato nel design dell’abbigliamento tra Parigi e New York fino a quando ha disegnato il suo marchio di streetwear nel 2003 e ha utilizzato canali non convenzionali per promuoverlo. La sua passione per i nuovi modi di comunicazione e le loro applicazioni diventa il fulcro del suo lavoro. Nel 2013 ha creato Gold AR, un’app di realtà aumentata che gli è valsa l’Auggie Award per la migliore campagna di marketing basata sull’AR. Nel 2016, insieme all’attore italiano Elio Germano, Omar ha realizzato No Borders VR, il primo film italiano in assoluto realizzato interamente in VR, premiato con il Premio MigrArti del MiBACT alla Biennale di Venezia e la Menzione Speciale Nastro D’Argento nel 2017. Omar è attualmente creando progetti VR attraverso la sua agenzia di comunicazione, Gold Enterprise, e insegnando marketing virale e comunicazione web allo IED di Firenze.

SEGNALE D’ALLARME
La mia battaglia in VR

Nato dallo spettacolo teatrale di cui Elio Germano era attore unico e regista, scritto a quattro mani con Chiara Lagani, questo VR movie nasce dalla collaborazione con Omar Rashid (co-regista del film) ed il progetto multimediale Gold, di cui Rashid è fondatore.

Qual è l’allarme? Questo nostro tempo, il diffondersi del pensiero assolutista fomentato da un’informazione deformata di cui la nostra società è vittima. Le nuove tecnologie che hanno cambiato la comunicazione, se da un lato si propongono come democratiche, dall’altro facilitano la manipolazione del pubblico.
È in questo contesto che Elio Germano utilizza e allo stesso tempo critica la modernità del linguaggio che ha scelto. La tecnologia più avanzata offre dunque uno spettacolo disturbante, pensato per scuotere e risvegliare le coscienze.
“Uno spettacolo provocatorio che ci mette in discussione come pubblico – racconta Germano- Cosa stiamo vedendo? A cosa applaudiamo? Chi è il personaggio che abbiamo di fronte? Dove ci sta portando? Un esercizio di manipolazione dagli esiti imprevedibili – e prosegue aggiungendo-, per la prima volta il teatro si fa virtuale: indossato il visore e le cuffie, verrete catapultati in quella sala e sarà come essere lì”.
“La scelta della realtà virtuale, linguaggio che con Elio Germano esploriamo da un qualche anno – spiega Omar Rashid-, è stata quella più naturale per poter replicare più volte La Mia Battaglia. In questo modo è stato possibile evitare di dover sottostare alle problematiche logistiche degli spazi teatrali. È sicuramente la miglior trasposizione possibile per questo tipo di spettacolo, già di per sé immersivo.”
Usando le potenzialità della Virtual Reality viene messo in scena un esperimento nel quale Germano ipnotizza i suoi spettatori, quasi li manipola, con lo scopo di trasmettere quel segnale d’allarme da cui prende il nome lo spettacolo VR stesso.
Dalle Giornate degli Autori 2019: “In un’epoca di forte crisi sociale – commenta Giorgio Gosetti, Direttore delle Giornate – è interessante portare a Venezia un attore che, nel difficile ruolo di one man show, prende una posizione che è quasi politica, che si mette in gioco attraverso il suo mestiere e discute l’odierno appiattirsi del pensiero critico. Uno tra i migliori attori del nostro cinema che gioca nello scomodo ruolo di nietzschiana memoria del folle che annuncia l’indicibile decadenza del mondo.”