Ippolito Chiarello

2019 PROSA
BIO

“Attore, agitatore culturale, barbone teatrale. Provocatore sociale. Faccio l’attore e mi alleno a creare una relazione sentimentale con il pubblico…
Mi troverai a teatro, sul grande schermo e per strada a fare il barbone. Il termine attore mi sta troppo stretto, anche se il mio mestiere è quello.
In scena comunque cerco di tradurre la mia poetica e politica d’artista e di operatore in una ritrovata e riconosciuta verità.” (I.C.)

Artista pugliese che spazia dal teatro al cinema, alla musica. In questi campi si è cimentato principalmente come attore, ma ha praticato anche la strada della scrittura, della regia e della formazione, anche in ambito di disagio sociale.
Dopo varie frequentazioni e momenti di formazione attoriale e scrittura e l’incontro con Dario Fo lavora per circa dieci anni con la Compagnia Koreja di Lecce, per poi intraprendere una sua strada indipendente nel 2007 legata alla sua sigla teatrale Nasca teatri di terra. Lavora inoltre come scritturato o in collaborazione con altri gruppi italiani e stranieri (Compagnia Factory). Il suo percorso di ricerca (spettacoli, progetti, formazione) si focalizza nel recupero della relazione pubblico-artista e ha generato la modalità del Barbonaggio Teatrale (2009). Il Barbonaggio ha raggiunto più di 300 città italiane, molte capitali europee e il Canada. Ormai è diventato un vero e proprio movimento teatrale ed è stato segnalato per il Premio UBU e Premio Rete Critica nel 2014. Il Barbonaggio come nuovo strumento di diffusione, distribuzione e promozione del teatro.
Nel cinema ha lavorato di Edoardo Winspeare; Davide Barletti e Lorenzo Conte, Antonio Morabito, Cosimo Alemá, Cristina Comencini.
E’ direttore artistico e guida dal 2010 nel progetto di Residenza teatrale a Corsano (LE) chiamato HESTIA IL VENTRE DEI LUOGHI, inserito nel progetto più complesso: Ti Racconto a capo.
Partecipazioni importanti con Teresa De Sio nel suo Metti il diavolo a ballare, con il maestro Giorgio Barberio Corsetti nello spettacolo La Guerra DI Kurukscetra e con il premio UBU Mario Perrotta nel progetto Verso terra – a chi viene dal mare.
Nell’ambito dell’alta formazione conduce un suo percorso di laboratorio teatrale all’interno della Compagnia Nasca e insegna recitazione nell’AMA, Accademia Mediterranea dell’Attore a Lecce dal 2016.

CLUB 27

un progetto di Ippolito Chiarello
testi di Francesco Niccolini
con Ippolito Chiarello
regia Michelangelo Campanale
luci di Michelangelo Volpe
scene di Michelangelo Volpe e Tea Primiterra costumi Maria Pascale
foto Eliana Manca
sostegno alla produzione
QUI E ORA RESIDENZA TEATRALE MILANO GIALLO MARE MINIMAL TEATRO EMPOLI

 

SINOSSI

We can be heroes, just for one day
Heroes, David Bowie

Un uomo radio. Una consolle da dj, un microfono. E delle storie, da raccontare preferibilmente di notte. Storie di grandi miti, autentiche stelle: quelle del rock, quelle del Club 27. Leggende del rock, di cui sappiamo tutto ma che abbiamo voglia di ascoltare ancora una volta. One more time, come i bambini che ogni sera hanno bisogno delle stesse fiabe per addormentarsi. Racconti, canzoni, parole, dediche, tutto intrecciato e soprattutto intriso delle storie delle star esplose in cielo (o agli inferi), nel loro ventisettesimo anno di età: Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Robert Johnson, Jim Morrison, Amy Winehouse, e tutti gli altri del club.
E questa notte sono in ottima compagnia, dato che insieme a loro vengono evocati anche Jeff Buckley, Elvis Presley, Andy Warhol. Ippolito Chiarello – nei panni di un dj notturno – riporta in vita i miti del club 27 attraverso la loro musica, le parole, le suggestioni di una notte molto rock, senza tempo e senza spazio, in cui protagonista è il teatro e il suo pubblico, e il sogno più bello che un attore, e un dj, possono sperare di sognare…
L’uomo radio racconta: “Ho sempre avuto una passione per i miti, gli eroi e i supereroi: gli immortali, insomma. Ho sempre pensato poi che i miti della musica, in particolare quelli del Club 27, gli immortali per eccellenza, a volte, in preda al loro distruttivo delirio di onnipotenza e nonostante le loro vite tragiche e “mortali”, sono stati supereroi con poteri straordinari, capaci di creare opere che ci salvano attraverso la loro bellezza. Vi racconto storie di miti, quelli maledetti, forse perché sono loro gli ultimi ad averci lasciato in eredità una storia. Forse avrei voluto essere uno di loro.
Mi affascina la loro musica. Mi stuzzica la loro biografia. In fondo i numeri li avrei avuti: del resto, sono nato pochi giorni prima di Kurt Cobain… lui all’estremo nord dell’Europa, e io all’estremo sud. Sarà stato a causa di questo subliminale contagio epocale che i germi delle loro vite e la magia della loro musica si sono depositati dentro di me già da bambino. Chissà… Non lo so come è andata esattamente. Soltanto una cosa mi è chiara: ormai, tutto questo è diventato un’ossessione. Una magnifica ossessione”.